Infarto acuto del miocardio: complicanze emorragiche maggiori quando ReoPro è associato alla terapia fibrinolitica


I benefici di Abciximab ( ReoPro ) nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento ST ( STEMI ) sono ancora tema di dibattito.

Per meglio chiarire il ruolo di Abciximab nei pazienti con STEMI è stata compiuta una meta-analisi.

Sono stati analizzati 11 studi clinici, che hanno coinvolto 27115 pazienti, di cui il 46,5% ( n = 12.602 ) sono stati trattati con Abciximab ed il 53,5% ( n = 14.513 ) ha fatto parte del gruppo controllo.

Rispetto al gruppo di controllo, Abciximab è risultato associato ad una significativa riduzione della mortalità nel breve periodo,30 giorni, ( 2,4% versus 3,4%; p = 0,047 ) e della mortalità nel lungo periodo ( 6-12 mesi ) ( 4,4% versus 6,2%; p = 0,01 ) nei pazienti sottoposti ad angioplastica primaria, ma non in quelli trattati con un fibrinolitico.

Abciximab ha prodotto una significativa riduzione nel re-infarto a 30 giorni sia nei pazienti del gruppo angioplastica primaria ( 1% versus 1,9%; p = 0,03 ) che in quelli sottoposti a fibrinolisi ( 2,3% versus 3,6%; p < 0,001 ).

Abciximab non ha causato un aumento del rischio di sanguinamento intracranico. Complicanze emorragiche maggiori sono emerse quando Abciximab è stato associato alla terapia fibrinolitica ( 5,2% versus 3,1%; p < 0,001 ), ma non all’angioplastica primaria. ( Xagena_2005 )

De Luca G et al, JAMA 2005; 293: 1759-1765



MedicinaNews.it

XagenaFarmaci_2005