Infarto NSTEMI: Inclacumab riduce il danno miocardico durante intervento coronarico percutaneo
Da uno studio è emerso che una singola dose di Inclacumab, un farmaco antinfiammatorio antagonista della P-selectina, è in grado di ridurre il danno miocardico che si produce durante l’intervento coronarico percutaneo ( PCI ) nei pazienti con infarto miocardico senza sovraslivellamento del tratto ST ( NSTEMI ).
La P-selectina è una molecola di adesione coinvolta nelle interazioni tra cellule endoteliali, piastrine e leucociti.
Inclacumab è un anticorpo monoclonale ricombinante diretto contro la P-selectina, dotato di potenziali proprietà antinfiammatorie, antitrombotiche e antiaterogeniche.
Lo studio ho coinvolto 544 pazienti con infarto NSTEMI ( età media: 61 anni; 79% uomini ), per i quali era programmata una coronarografia e una eventuale procedura PCI ad hoc, sono stati randomizzati a ricevere una infusione pre-procedurale di 5 o 20 mg/kg di Inclacumab oppure un placebo.
L’endpoint primario, valutato nei solo pazienti che erano stati effettivamente sottoposti a procedura PCI, avevano ricevuto Inclacumab e avevano disponibilità di dati di efficacia ( n=322 ), era rappresentato dalla modificazione dei valori di troponina I ( TnI ) rispetto al basale a 16 e 24 ore dalla procedura PCI.
Le modificazioni percentuali rispetto al placebo della troponina I, utilizzando Inclacumab alla dose di 20 mg/kg si sono attestate a -24.4% a 24 ore e a -22.4% a 16 ore.
Il picco della troponina I è apparso ridotto del 23.8% a l’area sotto la curva nelle 24 ore del 33.9%.
La creatinchinasi Mb ( CK-MB ) ha fatto registrare risultati simili, con modificazioni pari a -17.4% a 24 ore e -16.3% a 16 ore.
In particolare, l’incidenza dell’aumento di CK-MB superiore a 3 volte i limiti di normalità entro 24 ore dalla procedura PCI è stata del 18.3% nel gruppo placebo, contro l’8.9% del gruppo Inclacumab 20 mg/kg.
Non sono stati invece registrati effetti utilizzando Inclacumab al dosaggio inferiore ( 5 mg ).
Le modificazioni aggiustate sul placebo dei livelli di P-selectina solubile sono stati di -9.5% e -22.0% con Inclacumab alla dose di 5 e 20 mg/kg, rispettivamente.
Non sono state rilevate differenze significative tra i gruppi riguardo agli eventi avversi.
I dati dello studio supportano il ruolo della infiammazione nei pazienti con infarto NSTEMI avviati a PCI.
Tuttavia c'è necessità di ulteriori studi per dimostrare che più ampie popolazioni di pazienti con infarto STEMI o NSTEMI, sottoposte o meno ad angioplastica, possono trarre beneficio da un contrasto dell’infiammazione mediante l’antagonismo della P-selectina. ( Xagena_2013 )
Fonte: Journal of American College of Cardiology, 2013
Xagena_Medicina_2013