Infarto miocardico a esordio giovanile: prognosi a cinque anni


Ricercatori dell’Ospedale San Giovanni Battista - Molinette di Torino hanno descritto la prognosi a 5 anni di una coorte italiana di pazienti con infarto miocardico acuto ( IMA ) esordito in età uguale o inferiore a 45 anni, e hanno indagato il potenziale ruolo di predittori di rischio di futuri eventi cardiovascolari.

Sono stati arruolati 112 pazienti di età inferiore o uguale a 45 anni, consecutivamente ricoverati nel periodo 1995-2007 presso l’Unità di Terapia Intensiva Coronarica delle Molinette con diagnosi di IMA.
Sono state esaminate le caratteristiche cliniche, l’estensione della malattia vasale evidenziata allo studio coronarografico e i fattori di rischio cardiovascolari ( includendo dieta, attività fisica, consumo di alcol e di caffè ).

Lo studio ha riguardato 104 ( 93% ) pazienti che hanno completato il follow-up della durata media di 5.3 anni ( range: 2.9-7.6 ).

Ventiquattro ( 23% ) pazienti hanno presentato un nuovo evento cardiovascolare: 16 ( 15% ) angina pectoris, 6 ( 6% ) recidiva di infarto miocardico, 1 scompenso cardiaco e 1 morte cardiaca.

Un paziente su 5 aveva una funzione sistolica ventricolare sinistra inferiore al 50%.

All’analisi multivariata l’attività fisica è risultata essere un predittore indipendente dell’insorgenza di nuovi eventi cardiovascolari ( P=0.014 ).I pazienti che hanno praticato una moderata attività fisica aerobica per almeno 2 ore alla settimana dopo l’infarto miocardico acuto avevano una sopravvivenza libera da eventi significativamente più alta rispetto ai pazienti più sedentari ( P=0.029 ).

Dallo studio è emerso che la prognosi a 5 anni dei pazienti con infarto miocardico con esordio in età giovanile è infausta; 1 paziente su 5 va incontro a un nuovo evento cardiovascolare.
L’attività fisica svolta dopo un primo evento di infartuale gioca un rilevante ruolo prognostico. ( Xagena_2010 )

Fornengo C et al, Minerva Cardioangiologica 2010; 58: 433-439



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Cardio2010